“L’arte, che rappresenta l’esperienza più esclusiva, elitaria, nobile dell’uomo, paradossalmente riesce a unire ciò che nella vita quotidiana rimane diviso, frammentario, incomunicabile. […] Dove c’è arte la gente accorre, come per non mancare a un appuntamento importante, come per testimoniare un desiderio autentico di bellezza: per scoprirla, riconoscerla, capirla. L’arte è il racconto più bello della nostra vita; un’opera d’arte ci fa sentire immediatamente che essa ha un grande valore, un valore certo, da tutti riconoscibile, proprio quando la nostra società ci mostra invece quotidianamente la labilità di ogni valore, l’incertezza nel riconoscerlo. Così, la gente si mette in fila e attende pazientemente, umilmente, di entrare nei musei. E una volta entrati nelle sale, i visitatori sono capaci di rimanervi per una giornata intera, in un silenzio quasi sacro: camminando lentamente, guardando, avvicinandosi ai quadri con soggezione e soffermandosi più a lungo davanti alle tele più famose. È un rito al quale ben pochi si sottraggono.”
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